“Quando una badante convivente viene licenziata e non vuole lasciare la casa dell’assistito cosa succede?”, “Cosa fare se la badante dopo il decesso dell’assistito non vuole andarsene?”.
Queste sono solo alcune delle domande che talvolta ci sentiamo rivolgere.
Nella nostra rubrica “Cosa fare se la badante…” vogliamo rispondere alle domande più frequenti che le famiglie si trovano ad affrontare quando hanno una badante e vogliono capire come gestire al meglio il tema dell’uscita dal proprio domicilio dopo la fine del rapporto di lavoro.
Dipaniamo un po’ di dubbi quindi su “Cosa fare se la badante… non vuole lasciare la casa?”.
Quando il rapporto di lavoro con la badante convivente finisce specie per decesso o ricovero dell’assistito è importante ricordare che la badante ha diritto a 15 giorni di preavviso, che può godere presso l’abitazione dell’assistito fino al suo termine.
Questo preavviso ha ovviamente la funzione di dare il tempo alla badante di trovare un nuovo lavoro e in molti casi una nuova abitazione.
Abbiamo trattato approfonditamente questo tema nell’articolo su come gestire correttamente il licenziamento della badante che puoi trovare nel nostro blog.
Se però la badante non lascia l’abitazione dell’assistito al termine del preavviso previsto dal contratto cosa bisogna fare?
Diamo di seguito alcuni consigli per gradi.
1. Verificare che sia stato riconosciuto alla badante tutto il dovuto
Ci sono dei casi in cui la badante non vuole lasciare l’abitazione anche dopo il preavviso perché vuole essere sicura che le vengano prima riconosciuti tutti i soldi chele spettano, in particolare il TFR, la 13^ e le ferie maturate fino a quel momento e gli straordinari.
Su questi ultimi si possono innestare delle criticità, specie se non sono state chiarite fin da subito le modalità di gestione del riposo.
Una grande ingenuità in cui cadono spesso le famiglie è la gestione del riposo giornaliero della badante convivente, le famose 2 ore.
Se la badante non riceve istruzioni chiare può essere che non si senta libera di uscire, in alcuni casi è la famiglia stessa che in modo assolutamente imprudente chiede alla badante di fare il riposo in casa per “dare un’occhiata” alla persona da assistere.
Questo comporta che poi al termine del lavoro la badante spesso rivendichi degli straordinari, che sono in tantissimi casi fonte di litigio, se non addirittura di vertenza.
Ecco perché abbiamo dedicato un articolo in precedenza anche sulla corretta gestione dei riposi della badante.
Da ultimo ricordiamo che un aspetto fondamentale è che la badante deve poter accedere ai suoi effetti personali, quindi se la badante ha lasciato in casa dell’assistiti vestiti, beni o documenti deve comunque potervi accedere anche in un secondo momento.
Fondamentale da questo punto fare una verifica prima della sua partenza che abbia portato via tutto!
2. La via del dialogo
Una volta appurato, meglio se con l’aiuto di un esperto, che tutti gli obblighi nei confronti della badante sono stati assolti, e quindi non sussiste il motivo della sua permanenza al domicilio, è importante tentare la via del dialogo.
A prescindere da come sono andati i rapporti con la badante, ha un vantaggio reciproco quello di spiegarsi e trovare una soluzione condivisa. Può essere che la badante abbia ancora bisogno di qualche giorno per trovare un nuovo lavoro. Stabilità una scadenza di questa proroga, pattuendo che nulla le sarà dovuto ad esempio, oppure dandole una mano a trovare un altro lavoro o un’altra abitazione temporanea. L’importante è che teniate voi la leadership della relazione.
3. La via giudiziaria
Se le prime due strade non hanno risolto la situazione è nel vostro diritto contattare le Forze dell’Ordine per far sgomberare la casa, per cui comunque è necessario un provvedimento firmato da parte dell’autorità giudiziaria.
Chiamate quindi i Carabinieri ipotizzando il reato di violenza privata o violazione di domicilio.
In alcuni casi il semplice intervento delle forze dell’ordine sarà sufficiente a far si che la badante se ne vada, evitando quindi rischi peggiori, come una denuncia penale, che si dovrebbe trovare a gestire.
… se la badante non è in regola?
Si può comunque arrivare al ricorso delle forze dell’ordine, ma questo può voler dire autodichiarare di aver fatto lavorare in nero una persona, peggio ancora se senza i regolari permessi di soggiorno, rendendosi quindi complici di un reato penale, come il favoreggiamento del lavoro clandestino.
Cosa deve fare la famiglia?
I consigli di FamKare per un rapporto sereno con la badante.
La prima cosa da fare è cercare sempre di avere un dialogo e un rapporto costruttivo con la badante, che è un lavoratore, con dei diritti e con dei doveri.
Sicuramente la condivisione dell’abitazione porta a un livello di confidenza e intimità molto elevato con la badante, cosa che se da un lato può essere piacevole, dall’altro non sempre aiuta a mantenere un rapporto professionale e funzionale con lei.
1. Comunicare chiaramente.
Prima di tutto, è importante parlare con la badante in modo chiaro e calmo, spiegando quali sono le vostre esigenze.
Sarà importante capire quali sono i motivi per cui la badante fatica ad andarsene dall’abitazione e sostenerla nell’uscita.
2. Essere sempre tutelati da un contratto di lavoro
Una badante in nero dà l’illusione di costare meno nell’immediato, ma i rischi a cui espone non hanno prezzo e possono rivelarsi molto cari. Solo con un contratto si possono far valere diritti e doveri, avere termini chiari e evitare inutili problemi in qualunque fase del rapporto di lavoro, in particolar modo la sua chiusura, che è un momento particolarmente delicato.