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Licenziamento della badante: come gestirlo correttamente

Molte famiglie faticano a trovare la badante giusta, spesso si affidano alla prova in nero credendo di ridurre i problemi in caso di licenziamento, ma è così vero? 

Il licenziamento della badante da parte della famiglia ha una procedura molto semplificata, che rende il licenziamento semplice e sicuro, più della prova in nero.

Per licenziare il collaboratore domestico infatti non è necessaria una giusta causa, se non per il licenziamento disciplinare.

Scopriamolo insieme in questo decimo capitolo del Manuale per Famiglie Badante Zero Pensieri.

 

Cosa dice il contratto collettivo Colf e Badanti

Come per le dimissioni volontarie della badante, che abbiamo visto nel precedente capitolo, l’Art. 40 del CCNL Colf e Badanti Domina definisce i termini per la cessazione del rapporto con la badante.

Il licenziamento può avvenire ovviamente per la morte o il ricovero della persona assistita, ma anche per il venir meno del rapporto di fiducia.

Ci sono tre modi di licenziare la badante: con preavviso, senza preavviso o per motivi disciplinari.

 

Licenziamento con preavviso

Partiamo da quello più semplice, ovvero il licenziamento con preavviso.

Quando è la famiglia a licenziare la badante il tempo di preavviso, rispetto a quello delle dimissioni per il lavoro, è pieno

Pertanto se il lavoratore svolge meno di 25 ore la settimana:

  • fino a 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 15 giorni di calendario;
  • oltre i 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 30 giorni di calendario.

Se il lavoratore 25 ore la settimana o più

  • fino a 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 15 giorni di calendario;
  • oltre i 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 30 giorni di calendario.

Attenzione: i termini di preavviso vengono raddoppiati nel caso in cui il datore di lavoro intimi il licenziamento prima del trentunesimo giorno successivo al termine del congedo per maternità della collaboratrice.

Nel caso di licenziamento colf e badanti con preavviso il datore dovrebbe consegnare la lettera di licenziamento come raccomandata a mano oppure via posta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno nei termini previsti dal preavviso indicando la data di cessazione, ossia l’ultimo giorno in cui la collaboratrice presterà servizio. La lettera scritta non è obbligatoria, ma caldamente raccomandata per evitare inutili controversie e problematiche.

 

Licenziamento senza preavviso

E’ facoltà della famiglia licenziare il lavoratore senza preavviso, ad esempio in caso di decesso o ricovero dell’assistito. 

Se il datore di lavoro decide di licenziare il collaboratore domestico, senza dare il preavviso previsto da contratto, dovrà riconoscere comunque alla badante un’indennità pari alla retribuzione corrispondente per il periodo di preavviso non concesso.

Questo significa che se il datore di lavoro è tenuto a dare 15 giorni di preavviso, le ore di lavoro previste per quel periodo verranno inserite nell’ultima busta paga, come indennità.

 

Licenziamento disciplinare

Vi è un’eccezione a questa regola: se la badante viene licenziata senza preavviso per motivi disciplinari, allora il datore di lavoro non dovrà pagare nulla per il mancato periodo di preavviso. Il caso più comune di questa fattispecie è l’assenza ingiustificata dal lavoro, ma si può arrivare a casi più gravi come furto, minacce o violenza, per cui comunque serve un riscontro oggettivo (referto medico, denuncia alle forze dell’ordine…), per questi può avvenire il licenziamento in tronco, senza preavviso.

Tuttavia per poter accedere a questa modalità di licenziamento è necessario ottemperare ad alcuni obblighi contrattuali ben precisi per evitare contestazioni e multe.

  1. Consegnare una lettera raccomandata a mano o inviata all’indirizzo di residenza italiano con la contestazione e il provvedimento disciplinare
  2. Operare il licenziamento dopo 5 giorni dal ritiro della raccomandata se non ha ricevuto risposta di giustificazione dell’assenza oppure, nel caso in cui la collaboratrice non ritirasse la raccomandata, dopo 5 giorni dall’arrivo al datore della ricevuta del mancato ritiro.

Fatto in questo modo il licenziamento disciplinare per colf e badanti si considera un licenziamento per giusta causa che non prevede alcun pagamento dell’indennità di mancato preavviso al collaboratore.

Se invece la collaboratrice, dopo tale contestazione, produce un certificato medico come giustificazione dell’assenza, il datore potrà licenziarla dopo 10 giorni di malattia per anzianità inferiore ai 6 mesi, dopo 45 giorni se ha più di sei mesi e fino a due anni di servizio dopo 180 giorni se l’anzianità di servizio supera i due anni. Cambia in questo caso la natura del licenziamento che non è più disciplinare ma per superamento del periodo di comporto di malattia. Va riconosciuto in quest’ultimo caso il preavviso da pagare tramite indennità sostitutiva.

 

Cosa deve fare il datore di lavoro dopo il licenziamento del lavoratore?

Ecco quali sono gli adempimenti da svolgere tempestivamente al termine del preavviso o il giorno dopo il licenziamento , per evitare di correre in sanzioni o altri criticità:

1. Comunicare tempestivamente la cessazione del rapporto

Entro 5 giorni la data di cessazione va comunicato direttamente all’INPS, o tramite Contact Center (al numero 803.164 da rete fissa e 06.164.164 da rete mobile) fornendo telefonicamente i dati necessari, o tramite la procedura telematica con PIN o SPID. In alternativa si può delegare chi vi segue il contratto con il lavoratore.

2. Elaborare l’ultimo cedolino paga

Al termine del lavoro va fatto elaborare l’ultimo cedolino paga, in modo da poter calcolare anche i contributi in tempo utile.

Nell’ultima busta paga andranno inseriti, oltre alle ore di lavoro del mese di competenza, con eventuali straordinari, anche il TFR, la 13^ e le ferie maturate.

3. Pagare i contributi entro 10 giorni successivi alla data di cessazione

Con l’elaborazione dell’ultimo cedolino verranno calcolati anche i contributi maturati che devono essere pagati entro 10 giorni dalla data di cessazione.

4. Consegnare la CU (ex CUD) insieme all’ultima busta paga

Insieme all’ultima busta paga verrà elaborata anche la Certificazione Unica per il lavoratore. Si consiglia di tenere una copia dell’ultima busta paga e della CU firmata dal lavoratore per ricevuta.

 

NOTA: in caso di personale convivente non sarà necessaria alcuna comunicazione alla Pubblica Sicurezza per l’interruzione della cessione del fabbricato/ospitalità

Come avrai visto da questo capitolo del nostro manuale, così come da quelli precedenti, fare il datore di lavoro della badante è un lavoro. Se pensi di non farcela da solo, vieni a scoprire come puoi gestire la badante in tutta tranquillità con FamKare e il metodo BadanteZeroPensieri?

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