“La mia badante se n’è andata senza preavviso, cosa facciamo?”, “Può la badante lasciare il lavoro senza preavviso?”.
Queste sono solo alcune delle domande che talvolta le famiglie che si rivolgono a noi ci riportano.
In questo appuntamento con la rubrica “Cosa fare se la badante…” vogliamo rispondere alle domande più frequenti che le famiglie si trovano ad affrontare quando una badante se ne va senza preavviso.
Se vuoi un approfondimento completo leggi anche la nostra Guida alla gestione della badante.
“Cosa fare se la badante se ne va senza preavviso?”
Quando prevenire è meglio che curare
Quando una famiglia ricorre alla badante è perché in casa hanno una persona che non può più stare da sola tutto il giorno, motivo per cui se questa se ne va senza preavviso diventa un vero e proprio problema, sia di gestione dell’assistito, sia burocratico.
Possono essere diverse le ragioni per cui questo accade: un problema familiare importante del lavoratore, che lo porta dover tornare presso la propria famiglia in urgenza, l’aver trovato un posto di lavoro che considera migliore, per diversi motivi, una situazione di disagio che le impedisce di continuare a lavorare presso quell’assistito, come ad esempio troppe ore di lavoro rispetto a quelle pattuite, troppa fatica, poco sostegno da parte della famiglia, ostilità da parte dell’assistito, ecc.
Lavorare per un reciproco vantaggio
Quello che ci troviamo spesso a dire alle famiglie è che siamo in un mercato dove la domanda di assistenza spesso supera l’offerta, quindi una badante che non si trova bene in una famiglia non tarderà molto a trovare una soluzione alternativa.
Ecco perché è importante tenere un buon clima, che aiuti la badante a inserirsi bene, fare un buon affiancamento, soprattutto all’inizio, e mantenere un supporto se l’assistito rifiuta inizialmente la badante o comunque l’assistenza è particolarmente complessa.
Il rischio appunto è di trovarsi improvvisamente completamente scoperti.
La badante è un lavoratore, e come tutti i lavoratori cercherà la posizione lavorativa che le garantirà una condizione di vita migliore, non solo economicamente.
Il preavviso di dimissioni della badante
Vediamo innanzitutto cosa prevede il Contratto Collettivo Nazionale Colf e Badanti in caso di dimissioni del lavoratore.
In primo luogo quando una badante se ne va si parla di dimissioni e non di licenziamento. E’ il datore di lavoro che licenzia.
Da Contratto Collettivo Nazionale Colf e Badanti il lavoratore che si dimette è tenuto a dare un preavviso che corrisponde alla metà del tempo previsto per il licenziamento da parte del datore di lavoro.
I tempi di preavviso in caso di dimissioni del lavoratore sono i seguenti:
- immediato se il contratto rientra ancora nel periodo di prova, che normalmente ha una durata di 8 giorni lavorativi,
- 8 giorni per contratti inferiore alle 25 ore settimanali
- 8 giorni per contratti superiori alle 25 ore la settimana e con una anzianità uguale o inferiore a 5 anni di lavoro
- 15 giorni per contratti superiori alle 25 ore e con più di 5 anni di durata del contratto con lo stesso lavoratore.
La badante è tenuta a dare il preavviso?
CASO 1: dimissioni per giusta causa
Ci sono delle condizioni contrattuali per cui il lavoratore può dare le dimissioni con effetto immediato se sussiste una giusta causa, come ad esempio il ritardo nei pagamenti, mancato pagamento degli straordinari o di istituti che le sono dovuti, come la 13^, le ferie, i contributi, ecc.
In alcuni caso la badante può andarsene senza preavviso se ha subito molestie o comportamenti che ledono la sua dignità, inclusi la violenza verbale e fisica.
Nel caso di dimissioni per “giusta causa”, anche se il lavoratore cessa immediatamente la sua attività lavorativa, gli va riconosciuta l’indennità di mancato preavviso, cioè vanno comunque pagati in busta paga i giorni di preavviso (art. 40 CCNL Colf e Badanti).
CASO 2: assenza ingiustificata
Se il motivo delle dimissioni non è per giusta causa e la badante se ne va senza preavviso, e senza giustificazione alcuna, ci sono comunque delle contromisure che la famiglia, il datore di lavoro, può mettere in campo.
Se la badante non si presenta al lavoro senza avvisare e giustificare la sua assenza, dopo il 5° giorno di assenza ingiustificata, ove non si verifichino cause di forza maggiore, il datore di lavoro eleva una contestazione scritta al lavoratore e successivamente comunica, sempre in forma scritta il licenziamento (vedi art. 22 CCNL Colf e Badanti Domina).
In questo caso si considera un licenziamento in tronco per giusta causa e il preavviso non è dovuto e nemmeno pagato.
CASO 3: la badante comunica le dimissioni ma non rispetta il preavviso
Il terzo e ultimo caso è quello in cui la badante comunichi le proprie dimissioni al datore di lavoro e NON rispetto il periodo di preavviso.
In questo caso l’assenza del preavviso darà luogo a una decurtazione dell’ultima busta paga del corrispettivo dei giorni non lavorati, cioè una verrà tolto l’importo degli ultimi 8 giorni di lavoro, se l’anzianità è inferiore ai 5 anni, oppure di 15 giorni se l’anzianità supera i 5 anni di contratto.
Cosa deve fare quindi la famiglia se la badante se ne va senza preavviso?
I consigli di FamKare per un rapporto sereno con la badante.
Sotto il tuo controllo
Innanzitutto sarà utile creare le condizioni affinché questo non accada. Come? Gestendo al meglio tutto quello che è sotto la nostra sfera di controllo diretto, come ad esempio:
- affiancando la badante nei primi giorni di lavoro per facilitarne l’inserimento,
- supportare la badante se l’assistito inizialmente la rifiuta, evitando che la metta alla porta (cose già viste più volte),
- definire bene i compiti della badante e i suoi orari in linea con il contratto collettivo nazionale, evitando così un sovraccarico di lavoro, ad esempio durante la notte e in generale nelle ore di riposo.
In sostanza verificare che il lavoro e le condizioni di vita garantite siano sostenibili.
Fuori dal tuo controllo
Poi può capitare che per svariati motivi, fuori dal nostro controllo, la badante decida comunque di andarsene, perché il lavoro non è secondo le sue aspettative, perché ha trovato un lavoro che nella sua idea del mondo è migliore di quello che offrite voi, perché ha un problema familiare che non può rimandare e le impedisce di lavorare, ecc.
In questo caso farà fede quello che prevede il Contratto Collettivo Nazionale come descritto prima, quindi capire se si tratta di giusta causa, piuttosto che di assenza ingiustificata per cui si deve procedere con il licenziamento, oppure una decurtazione del mancato preavviso.