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Cosa fare con la badante se l’assistito muore?

“Mio papà è deceduto, cosa facciamo ora con la badante?”, “Che preavviso devo dare?”, “Cosa succede con il contratto?”

Nel mondo dell’assistenza agli anziani è naturale prima o poi incappare nel decesso dell’assistito o del datore di lavoro della badante, in un momento di già grande confusione ed elevata emotività è importante sapere come muoversi, vediamo dunque le casistiche e come comportarsi. 

In questo appuntamento con la rubrica “Cosa fare se la badante…” infatti vogliamo rispondere alle domande più frequenti che le famiglie si trovano ad affrontare quando hanno una badante e vogliono capire come fare se l’assistito o il datore di lavoro muore.

In questo articolo vedremo anche la differenza tra il decesso dell’assistito e quello del datore di lavoro, in particolare se rimane in casa un’altra persona da assistere.

 

Cosa fare con la badante quando muore l’assistito?

Nel caso in cui l’assistito sia l’unica persona in casa, non ci siano altre persone che necessitano del proseguimento dell’assistenza della badante, di fatto il contratto della badante si risolve in automatico.

Se il datore di lavoro è una persona diversa dall’assistito, sarà lui a predisporre la lettera di licenziamento e consegnarla alla badante.

Se il datore di lavoro e l’assistito coincidono, l’onere ricadrà sugli eredi diretti, che avranno quindi la facoltà di procedere al licenziamento in nome e per conto del datore di lavoro.

Ci possono essere due modalità di licenziamento della badante: licenziamento con preavviso o licenziamento in tronco con pagamento dell’indennità di preavviso.

In merito al preavviso l’art. 40 del Contratto Collettivo Nazionale Colf e Badanti riporta quanto segue:

 

“Il rapporto di lavoro può essere risolto da ciascuna delle parti con l’osservanza dei seguenti termini di preavviso:

per i rapporti SUPERIORI a 25 ore settimanali:

  • fino a 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 15 giorni di calendario;
  • oltre i 5 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 30 giorni di calendario. […]

per i rapporti INFERIORI alle 25 ore settimanali:

  • fino a 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 8 giorni di calendario;
  • oltre i 2 anni di anzianità presso lo stesso datore di lavoro: 15 giorni di calendario.”
 

Esempio di lettera di licenziamento 

Entro il giorno seguente il decesso dell’assistito andrà quindi presentata alla badante una lettera di licenziamento con preavviso da consegnare per mezzo di raccomandata o direttamente a mano.

La lettera di licenziamento dovrà riportare la data di cessazione del rapporto di lavoro e il periodo di preavviso.

Ecco un esempio di lettera di licenziamento con preavviso:

“Con la presente Le comunico che non è più possibile avvalermi della Sua collaborazione pertanto, ai sensi delle vigenti disposizioni contrattuali, Le comunico la mia volontà di recedere dal rapporto di lavoro tra noi intercorrente instaurato il __/__/____ 
Le sarà  riconosciuto il preavviso di _____ giorni, il rapporto di lavoro avrà termine il __/__/20__ , data in cui cesseranno le sue prestazioni lavorative. Il trattamento di fine rapporto e le altre competenze Le saranno corrisposte con la liquidazione dell’ultima retribuzione dovuta entro 30 giorni dalla data di cessazione.”

Per il lavoratore convivente sarà anche importante specificare nella lettera di licenziamento che terminato il periodo di preavviso, l’alloggio assegnato nell’abitazione familiare dovrà essere rilasciato libero da qualsiasi bene di sua proprietà.

 

Cosa fare con la badante se muore il datore di lavoro, ma rimane l’assistito?

 

Se a morire è il datore di lavoro, che è persona diversa dall’assistito, sarà necessario definire il prima possibile, chi sarà il nuovo datore di lavoro e procedere con la modifica del contratto.

Questo innanzitutto per una correttezza della documentazione, in secondo luogo per evitare problemi legati al congelamento dei beni del datore di lavoro in attesa della successione, che potrebbe creare criticità sia nel pagamento della badante, sia nel riconoscimento poi degli sgravi fiscali collegati.

Sarà pertanto necessario comunicare, a chi segue il rapporto di lavoro con la badante, il decesso del datore di lavoro, allegando il certificato di morte, fornire poi tutti i dati del nuovo datore di lavoro, avendo cura di presentare tutti i documenti necessari per la comunicazione agli organi competenti, in particolare carta di identità in corso di validità e codice fiscale.

 

Cosa fare se muore uno dei due assistiti?

L’ultima fattispecie che andiamo ad analizzare in questo articolo è quella in cui ci sono due persone da assistere, una muore e l’altra rimane, continuando ad avere necessità di assistenza da parte della badante.

Se l’assistito che muore è anche il datore di lavoro, si dovrà procedere come nel caso precedente, cambiando cioè il datore di lavoro.

Se l’assistito che muore invece NON è il datore di lavoro e non ci sarà necessità di sostituirlo.

Una volte definita la questione del datore di lavoro, l’altro aspetto da ridefinire è il compenso del lavoratore.

Il Contratto Collettivo Colf e Badanti infatti prevede che per i lavoratori che assistono due persone non autosufficienti sia riconosciuta una maggiorazione del compenso.

La modifica allo stipendio pattuito ovviamente comporta una variazione anche contrattuale, che andrà comunicata a chi segue il rapporto di lavoro con la badante, affinché vi fornisca la documentazione necessaria a supporto.

Sarà quindi necessario incontrare la badante, spiegarle che le verrà decurtato lo stipendio, per il venir meno di una persona.

Può essere che il lavoratore non sia intenzionato a proseguire, a seguito del cambio di compenso, e quindi sarà sua facoltà darvi le dimissioni, che hanno un tempo dimezzato rispetto al preavviso del datore di lavoro. Infatti se il datore di lavoro è tenuto a dare 15 giorni di preavviso, la badante che si dimette ne dovrà garantire solo 8.

Il consiglio è quello ovviamente di mantenere sempre un dialogo aperto e sereno con la badante. Come per voi, anche per lei la morte dell’assistito comporta un trauma, servirà quindi una comprensione reciproca, magari dandole anche qualche giorno di riposo perché possa tornare sul lavoro poi più serena.

 

 

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