Badante convivente part time: cosa prevede il contratto

Quando si parla di badante convivente, si immagina spesso una figura che vive con l’assistito e lavora a tempo pieno. Ma è possibile assumere una badante convivente part time?

La risposta è sì, ma è importante conoscere cosa prevede il contratto in questi casi per non commettere errori.

In questo articolo ti spieghiamo tutto quello che devi sapere per assumere una badante convivente con orario ridotto, rispettando il Contratto Collettivo Nazionale Colf e Badanti e tutelando sia la famiglia che la lavoratrice.

Sommario

Cosa si intende per badante convivente part time

Una badante convivente part time è una lavoratrice che vive stabilmente presso l’abitazione dell’assistito (vitto e alloggio inclusi) ma ha un orario di lavoro inferiore alle 54 ore settimanali previste dal contratto standard di convivenza.

Questo tipo di contratto è utile quando:

  • L’assistito ha bisogno solo di alcune ore al giorno di aiuto

  • La famiglia vuole garantire la presenza notturna, ma non richiede assistenza continua durante il giorno

  • Si vuole offrire un ambiente abitativo stabile a una lavoratrice, pur non necessitando di un impegno a tempo pieno.

 

Cosa prevede il contratto per badante convivente part time

Il contratto deve sempre seguire le regole del CCNL lavoro domestico, con le seguenti caratteristiche:

  • Orario di lavoro: inferiore a 54 ore settimanali. Non esiste un orario minimo, ma per le convivenze si parte spesso da 30 ore settimanali. È importante sapere che la retribuzione per la badante convivente part time non è proporzionale alle ore lavorate, ma segue i minimi contrattuali previsti dal Contratto Colf e Badanti.

  • Presenza in casa: la badante ha diritto a vitto e alloggio, e deve avere una camera ad uso esclusivo, condizione indispensabile per la convivenza.

  • Riposi: 11 ore di riposo notturno continuativo, 2 ore di pausa giornaliera, se il lavoro supera le 6 ore al giorno, 36 ore di riposo settimanale

  • Livello di inquadramento: BS per assistiti autosufficienti, CS per non autosufficienti. Il livello DS si applica solo a lavoratori con qualifica professionale (es. OSS).

L’orario concordato va specificato chiaramente nella lettera di assunzione, indicando le fasce orarie in cui la badante lavora. È fondamentale evitare che la lavoratrice venga considerata disponibile h24 solo perché vive in casa, onde evitare di incappare in spiacevoli vertenze sindacali.

 

Retribuzione e contributi

La retribuzione della badante convivente part time segue i livelli minimi tabellari, se la badante lavora meno di 54 ore settimanali, la retribuzione non viene proporzionata alle ore effettivamente lavorate.

Il vitto e l’alloggio hanno un valore convenzionale che va comunque incluso nel calcolo dei contributi INPS, anche se la lavoratrice ne usufruisce in natura.

Anche nel part time:

  • Si paga il TFR, la tredicesima e i contributi

  • Si versano le quote per Cassa Colf

  • Si ha diritto a ferie e permessi proporzionali all’orario

  • In caso di lavoro nei festivi, spetta una maggiorazione del 60% sulla paga oraria

 

Vantaggi e criticità

Vantaggi per la famiglia:

  • Presenza continua in casa anche con un impegno orario ridotto

  • Maggiore stabilità rispetto a una badante a ore

  • Possibilità di personalizzare il contratto in base alle reali esigenze

Criticità da evitare:

  • Richiedere lavoro extra rispetto all’orario part time

  • Non rispettare i riposi obbligatori

  • Non formalizzare correttamente il contratto

  • Non chiarire la gestione delle ore notturne e delle emergenze

Per questo è consigliabile farsi seguire da un professionista o da un servizio come BadanteZeroPensieri, che aiuta la famiglia a costruire un contratto chiaro e sostenibile.

 

In sintesi

La badante convivente part time è una soluzione flessibile e utile in molte situazioni, ma deve essere regolata da un contratto ben definito, nel rispetto del CCNL e dei diritti di entrambe le parti.

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