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Stai cercando un’agenzia di badanti? Le 8 domande da farsi per non sbagliare

L’assistenza domiciliare non viene programmata dalla famiglia. Diventa una stretta necessità quando ormai l’esigenza non è più rimandabile nel tempo.

Sono molti i fattori che spingono le famiglie a non PRE-occuparsi per tempo e a rimandare il ricorso all’assistenza domiciliare fino a quando proprio non se ne può più fare a meno.

Ci sono fattori culturali radicati: la famiglia si occupa dei propri anziani e non una terza persona, la badante appunto.

In famiglia sono le donne, per tradizione e patrimonio genetico, le più inclini al lavoro di cura degli anziani.

Ma oggi anche le donne lavorano.

E le famiglie si sono molto “asciugate” per numero di componenti e quindi ci sono meno persone disponibili per la cura.

Un altro fattore “limitante” è la volontà della persona anziana di non avvalersi di nessun aiuto. Fino al momento della “resa” incondizionata…, ma rischia di essere davvero troppo tardi.

Un altro fattore è rappresentato dall’adagio “Quando sarà l’ora ci penserò…”.

Quando hai fretta hai anche difficoltà a reperire le informazioni che servono: molte in un tempo davvero ristretto.

Ci si affida al passaparola, ci si rivolge a chi ha avuto un problema analogo, le famiglie si passano le badanti (spesso con esiti incerti)… e quando sei in una situazione di emergenza succede che ci si “aggrappa” alla supposta soluzione, perché è la più a portata di mano.

E prendere la prima soluzione che ti viene proposta in un momento di emergenza potrebbe non rivelarsi la scelta più corretta.

La chiave è prepararsi per tempo.

Se non l’hai fatto, ti occorrono strumenti in grado di dare le corrette informazioni in un tempo ristretto.

E le puoi trovare in questo ebook, che vuole essere veloce per chi legge e chiaro nei contenuti, che sono stati sviluppati in 8 domande chiave. Buona (veloce) lettura.

1.Che tipo di agenzia è?

Occorre comprendere subito a fondo di che natura è il soggetto con cui stai condividendo informazioni sensibili sulla salute del tuo caro anziano.

La tendenza delle persone è rivolgersi a chi eroga servizi di assistenza domiciliare più vicino a casa. Ma non è detto che questa sia la scelta migliore.

Occorre capire se l’organizzazione a cui ti stai rivolgendo opera in modo regolare.

Gli unici soggetti pienamente titolati a operare nel mercato del lavoro sono le agenzie per il lavoro autorizzate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

A questi soggetti puoi chiedere gli estremi dell’autorizzazione da parte del Ministero. Si tratta di un dato importante.

Lo puoi riscontrare anche sul sito

Altri soggetti che spesso erogano servizi di assistenza domiciliare sono le cooperative, che operano spesso in modo opaco.

Non sono tenute a inviarti sempre lo stesso operatore.

Capire che tipologia di contratto applicano al personale non è sempre così semplice.

Ma necessario se vuoi assicurare qualità nell’assistenza al tuo anziano.

Un altro soggetto sono le associazioni. Si tratta di soggetti che in nessun modo possono erogare servizi nel mercato del lavoro.

Ci sono poi gli enti pubblici che hanno nel tempo creato Albi, che ti possono fornire elenchi di personale, che poi dovrai contattare tu direttamente.

Metti in conto quindi che ti occorrerà tempo.

2.Come l’agenzia gestisce…

La selezione del personale. Il punto chiave è capire:

  • L’agenzia è autorizzata alla ricerca e selezione di personale domestico?

La formazione del personale. Le 3 domande chiave da fare sono:

  • Chi forma il personale che mandano in servizio?
  • Le persone che mandano hanno seguito specifici corsi di formazione?
  • Il personale è inquadrato contrattualmente al corretto livello del CCNL Colf e Badanti?

L’assicurazione del personale. Le 3 domande da chiave da fare sono:

  • Quale è il contratto nazionale con cui viene inquadrato il vostro personale?
  • Il vostro personale è regolarmente iscritto all’INAIL?
  • Il vostro personale ha un’assicurazione di responsabilità civile?

La supervisione. Le domande chiave sono:

  • La gestione del personale è a carico dell’agenzia o a carico della famiglia?
  • Chi dirige il personale?

3. Come selezionano le badanti?

La selezione dei lavoratori è un passaggio fondamentale. Spesso è la fase più sensibile da gestire, quella dove viene richiesta la maggiore attenzione.

I clienti ci chiedono spesso se le persone che FamKare selezione per il loro servizio sono di fiducia, sono affidabili, etc…

Il giudizio dell’agenzia sulle singole persone non è un parametro di per sé affidabile.

Chi parlerebbe male delle persone che ti manda a casa?

Occorre avere un metodo codificato per la selezione del personale e una tracciabilità delle sue esperienze pregresse.

Chiedi sempre se l’agenzia a cui ti sei rivolto fa la verifica delle referenze dei propri lavoratori.

Tracciare le esperienze dei lavoratori è importante per vari motivi:

  • conferma l’expertise del lavoratore;
  • verifica la veridicità delle informazioni;
  • fruisci di un “passaparola” informale.

Diffida delle agenzie che ti dicono che i loro lavoratori sono sottoposti periodicamente a screening medici o che hanno la verifica dei carichi pendenti dal punto di vista penale.

Questo non è possibile per un motivo molto semplice: la legge vieta al datore di lavoro di entrare in possesso di queste informazioni.

Un ultimo aspetto sul quale devi accendere l’attenzione è la gestione dei dati sensibili.

L’agenzia deve essere in possesso di un sistema di gestione delle informazioni sensibili ai sensi del GDPR 2016, a tutela dei dati del tuo anziano.

E questo deve risultare scritto in ogni documento che sottoscrivi.

4. L’agenzia ha dipendenti, collaboratori o liberi professionisti?

Questo è un punto molto delicato e spesso opaco.

Qui occorre capire che tipo di rapporto ha la persona che viene a casa tua con la sua agenzia.

Non vogliamo farla complicata, ma nel tempo abbiamo visto che c’è una corrispondenza tra la qualità del servizio erogato e la modalità di collaborazione che lega un lavoratore al suo datore di lavoro.

Il personale regolarmente assunto dal suo datore di lavoro è più stabile e sono chiare le regole di ingaggio del servizio con la famiglia.

In più sono normati tutti gli aspetti: il periodo di prova, le attività che vengono svolte, le ferie, il licenziamento, le eventuali assenze, etc…

Se il lavoratore ha un rapporto più libero con il suo datore di lavoro è a sua discrezione la gestione del servizio che svolge a casa tua.

E’ questo il caso dei contratti a progetto o dei contratti occasionali.

C’è poi il punto della libera professione. Liberi professionisti possono essere coloro che hanno l’iscrizione a un Albo professionale: infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari.

Ma non certo la badante che è un soggetto sottoposto a eterodirezione del datore di lavoro.

Per cui fai attenzione anche a questo aspetto.

A fronte della mancanza di rispondenza da parte della cooperativa potrebbe toccare a te rispondere agli enti ispettivi.

5. Chi mi supporta nello sviluppo del piano di assistenza? E’ un professionista certificato nel campo dell’assistenza?

In questi anni ne abbiamo sentiti un po’ di tutti i colori: ci sono i care manager, gli home care manager, i family tutor…

Ognuno si inventa termini fantasiosi. Più per fare un po’ di marketing che per una effettiva qualificazione.

La caratteristica che li accomuna un po’ tutti è che sono molto attenti alle esigenze della famiglia, ma non calano l’esigenza della famiglia nei vincoli del contratto nazionale di riferimento.

Spesso perché sottostante non c’è l’applicazione del CCNL di riferimento.

E quindi l’intero impianto è inconsistente e si ricade nel caso del lavoratore autonomo, simil-libero-professionista.

I family coach di FamKare sono professionisti della cura e dell’assistenza.

Vengono formati e istruiti a lavorare con la famiglia per generare il piano di cura e assistenza che verrà delegato a un lavoratore per la sua messa in atto.

I vincoli e le opportunità previste dal CCNL Colf e Badanti vengono già integrate fin dall’inizio con l’esigenza di assistenza.

I family coach di FamKare vengono quindi formati alle tecniche del coaching e della programmazione neuro-linguistica così come agli aspetti tecnici del rapporto di lavoro domestico.

I family coach di FamKare intraprendono un percorso formativo che li porta ad acquisire le certificazioni internazionali che li autorizzano a esercitare questa attività

6. Come sono gestite le emergenze al di fuori degli orari di lavoro?

Non fanno un po’ sorridere le insegne su strada che promettono la reperibilità 24 ore su 24 ore?

A noi sì. Perché è un’attività irrealizzabile. L’emergenza deriva spesso da una mancanza di programmazione da parte della famiglia.

Che occorre fare una notte in ospedale lo puoi immaginare ben prima di arrivare alle 19 di sera.

E se hai dei termini di riferimento vaghi, per esempio tuo cugino che poteva e adesso non può più, lo devi mettere in conto fin dall’inizio.

Eh sì, l’organizzazione si paga in euro, la disorganizzazione si paga in arrabbiatura, frustrazione e tempo, il tuo.

Ci sono anche famiglie che vengono “mollate” dalle badanti nel mese di agosto per motivi vari, che solo in qualche caso coincidono con le ferie estive.

Spesso si adottano soluzioni estemporanee senza la debita consapevolezza della estemporaneità, appunto.

Se riduciamo le cause che fanno insorgere l’emergenza vediamo che le emergenze sono spesso ridimensionabili a debole capacità di programmazione.

E che le emergenze vere e proprie sono un rischio talmente minimo che ci si può ampiamente permettere di correre.

E generalmente sono originate da eventi a cui non è possibile prevedere.

I family coach di FamKare sono addestrati a elaborare piani di assistenza con la famiglia che puntano a minimizzare il rischio di emergenza.

Tutto può essere gestito se hai una metodologia di lavoro consolidata.

7. Come sono monitorati i servizi?

Si tratta di una aspettativa legittima da parte del cliente: essere accompagnato nel corso dello svolgimento del servizio è senz’altro un valore aggiunto.

Occorre tuttavia verificarne la praticabilità. Se il lavoratore è regolarmente assunto, il monitoraggio del servizio è praticabile al 100 %.

Se invece il lavoratore è autonomo (contratto a progetto collaborazione occasionale o partita iva) non è consentito verificare se svolge bene il suo lavoro o meno.

E’ un’attività che riguarda la famiglia e il lavoratore stesso.

FamKare monitora da vicino il servizio nella sua fase iniziale, quella più delicata.

L’assistenza domiciliare è pur sempre un’attività dove il fattore umano gioca un ruolo importante. Non basta lavorare bene dal punto di vista tecnico.

Sono necessarie anche doti relazionali, che spesso diventano anche più importanti delle attività tecniche.

E quando il servizio di assistenza domiciliare ha assunto un suo specifico assetto, il family coach rimane a disposizione del cliente famiglia negli snodi importanti del servizio: la sostituzione del lavoratore per le ferie, la sostituzione del lavoratore che si licenzia, la gestione di una malattia o di un infortunio, per fare qualche esempio.

Così come pure sulla gestione della comunicazione con il lavoratore, sulla gestione del programma di lavoro, etc…

8. L’agenzia versa i contributi ai lavoratori?

Anche qui occorre definire bene chi è il datore di lavoro.

E’ questo soggetto che deve versare i contributi del lavoratore.

Ci sono agenzie che fanno percepire al cliente di gestire loro il rapporto di lavoro, sotto le mentite spoglie di un servizio di tesoreria.

Ma è la famiglia il reale datore di lavoro. E il datore di lavoro che risponde in caso di problemi.In generale, non ci può essere nessun intermediario tra le due parti: datore di lavoro e intermediario.

In fine dei conti non si capisce bene la natura del lavoro che queste agenzie svolgono.

FamKare opera in stretta collaborazione con agenzie per il lavoro.

E i contributi vengono mensilmente versati da queste agenzie, autorizzate dal Ministero del Lavoro all’attività di somministrazione del personale.

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