Molte famiglie arrivano al punto di chiedersi: mi conviene di più la RSA o l'assistenza domiciliare?

C’è un momento, nel percorso di cura di un familiare anziano, in cui la domanda arriva inevitabile: “Meglio la RSA o l’assistenza domiciliare?” In questa guida pratica, che racchiude tutti i consigli dei Family Coach, trovi criteri chiari, checklist, tabella comparativa e domande guida per decidere con consapevolezza.

Cos’è una RSA e cosa si intende per assistenza domiciliare

RSA: residenza sanitaria assistenziale

La RSA offre assistenza h24 con équipe sanitaria e socioassistenziale. È pensata per persone non autosufficienti che necessitano di cure continuative, monitoraggio clinico e protocolli strutturati. Il vantaggio primario è la copertura totale dei bisogni di base e sanitari, in un contesto organizzato e protetto.

Assistenza domiciliare: la cura a casa propria

L’assistenza domiciliare consente alla persona anziana di restare nel proprio ambiente, mantenendo abitudini e relazioni. Può essere garantita da una badante convivente o badante a ore, e integrata — quando serve — con interventi sanitari o riabilitativi. Con BadanteZeroPensieri e il Family Coach, l’assistenza è progettata perché sia sostenibile nel tempo, sul piano pratico ed emotivo.

Quando scegliere la RSA e quando l’assistenza domiciliare

Più adatta la RSA se…

  • sono necessari interventi sanitari costanti o imprevedibili;
  • ci sono rischi elevati di cadute o emergenze non gestibili a casa;
  • manca una rete familiare stabile o un referente di fiducia;
  • la casa non può essere resa sicura in tempi e costi sostenibili.

Più adatta l’assistenza domiciliare se…

  • il bisogno è continuativo ma prevedibile (aiuto nelle attività quotidiane, routine);
  • l’ambiente domestico è adattabile (bagno, luci, maniglioni, eliminazione ostacoli);
  • la famiglia desidera preservare quotidianità, relazioni e abitudini;
  • serve una soluzione flessibile, con possibilità di modulare orari e intensità.

Il metodo FamKare per decidere in modo consapevole

1) Valuta l’autonomia

Verifica le autonomie fondamentali: spostarsi, igiene e vestizione, alimentazione, uso del bagno. Se servono aiuti in ≥ 3 attività, il quadro è di non autosufficienza. In questi casi la copertura va organizzata con cura (spesso convivente + gestione dei picchi).

2) Analizza la sicurezza in casa

Le cadute sono tra gli eventi più critici. Interventi rapidi: rimuovere tappeti e cavi, migliorare l’illuminazione, installare maniglioni e corrimano, prevedere superfici antiscivolo e campanelli/notifiche per la notte. Se l’abitazione è adattabile in 2–4 settimane, il domicilio resta una scelta solida.

3) Definisci la copertura oraria

Valuta se basta una badante a ore (diurna o notturna) o se serve una badante convivente (54 ore). Pianifica la copertura dei riposi e dei picchi (mattino/sera/notte) rispettando il CCNL per livelli, orari, riposi, ferie.

4) Confronta i costi “reali” su base annua

Considera retribuzione, contributi, 13ª, TFR, ferie, sostituzioni e costi indiretti (tempo per selezione, turnover, gestione). Con la somministrazione (Agenzia per il Lavoro) i costi sono più prevedibili e i rischi legali/gestionali si azzerano lato famiglia.

5) Valuta la tenuta emotiva

La soluzione giusta è quella che la famiglia può reggere nel tempo. Il supporto del Family Coach aiuta a gestire rifiuto dell’aiuto, sensi di colpa, conflitti tra fratelli, e favorisce un inserimento sereno della badante.

Voci di spesa da valutare per la scelta (tabella)

Voce di spesa Assistenza domiciliare RSA
Retribuzione/Retta Paga mensile badante + 13ª + TFR + contributi Retta mensile (base + eventuali extra)
Gestione Selezione, sostituzioni, pratiche (oppure canone “all-in” in somministrazione) Nessuna gestione diretta
Flessibilità Alta (moduli orari e intensità) Bassa
Continuità affettiva Elevata Limitata
Rischi contrattuali Elevanti con il Fai da te
Assenti con Agenzia per il Lavoro
Costi extra Costi di gestione della casa, eventuale vitto e alloggio della badante convivente Servizi extra come ausili, lavanderia, riabilitazione, trasporti, ...

Suggerimento: fai sempre il confronto su 12 mesi, così includi ferie, sostituzioni e picchi.

Checklist finale per decidere

  • La casa è sicura o adattabile entro 4 settimane
  • Posso garantire una copertura oraria adeguata e stabile
  • Il budget annuo è chiaro e sostenibile
  • Esiste un referente unico per gestire l’assistenza
  • Ho supporto continuativo (Family Coach) per inserimento e monitoraggio

Se rispondi “sì” ad almeno 4 punti, l’assistenza domiciliare è probabilmente la soluzione migliore oggi. Se invece la casa è poco sicura, la rete è fragile e servono cure complesse, la RSA può essere più protettiva.

Domande frequenti (FAQ)

Se l’anziano rifiuta la badante, è inevitabile la RSA?

Non necessariamente. Lavoriamo per gradualità: prime ore in compresenza, routine stabili, obiettivi semplici e condivisi. Il Family Coach accompagna la famiglia e l’anziano nell’accettazione dell’aiuto.

Quanto costa una badante convivente?

Dipende da livello e formula contrattuale. Considera retribuzione, contributi, 13ª, TFR e sostituzioni. Con la somministrazione (Agenzia per il Lavoro) la famiglia ha costi certi e nessun rischio di vertenze e sanzioni per errori nella gestione della badante.

È possibile una soluzione mista RSA + domicilio?

Sì. Periodi di sollievo in RSA e rientro a casa con badante sono una strada utile in situazioni di stress elevato o dopo ricoveri.

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