Dal 1° gennaio 2023 è entrato in vigore il nuovo aumento per gli stipendi di Colf e Badanti, che crescono del 9,2%.

Dopo il mancato accordo tra le parti dello scorso 16 gennaio, si è assistito alla crescita di stipendio, contributi, ratei di 13^, ferie e TFR. L’aumentano infatti è dell’80% rispetto all’inflazione rilevata nel 2022 dall’ISTAT, che in Italia ha raggiunto il 11,5%.

Il mancato accordo tra sindacati dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro, ha reso di fatto effettivo senza deroghe o modifiche l’art. 38 del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico, firmato tra gli altri da Fidaldo, Domina, Filcams-Cgil, Fiscat-Cisl, UilTucs e Federcolf.

Questo comporterà per le famiglie un aumento, a seconda del livello e dallo stipendio del lavoratore, che va dai € 1.000 ai € 1.800 in più all’anno.

Se da un lato le assiciazioni datoriali sostenevano la necessità di non caricare di ulteriori oneri le famiglie, già provate da aumenti su diversi fronti, dall’altra parte i sindacati dei lavoratori hanno evidenziato la necessità di oltre 1 milione di lavoratori regolari, di ottenere uno compenso utile per fronteggiare a loro volta gli aumenti del caro vita.

Nel frattempo il Governo sta pensando a misure correttive, con bonus e altre forme di intervento strutturale, a supporto della famiglie, con importi ad oggi indicati fino a 1.500 euro.

Vediamo quindi nel dettaglio come si strutturano gli aumenti per livelli contrattuali, sia dal punto di vista dello stipendio dei lavoratori, sia per quel che riguarda il costo mensile che le famiglie sosterranno.

Nuovi Stipendi minimi per colf e badanti Conviventi

In merito ai diversi livelli contrattuali abbiamo approfondito l’argomento nel 16° capitolo del manuale quali sono.

Partiamo quindi dai minimi contrattuali per la busta paga della badante, colf, babysitter convivente, che viene calcolata mensilizzata, per 54 ore settimanali, cioè 234 ore mese.

Il compenso si considera al lordo dei contributi che la badante stessa deve versare in quota parte.

Stiamo parlando sempre di paga base, che non tiene conto della maggiorazione contrattuale per l’assistenza a due persone non autosufficienti, nel caso di badanti, e quello che deriva comunque dalla contrattazione col lavoratore, che può portare a pagare uno stipendio superiore al minimo sindacale.