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L’anziano rifiuta la badante? Scopri i nostri 3 consigli

In questi anni abbiamo incontrato migliaia di famiglie: quello che ci portano più spesso è la difficoltà di far accettare la badante al proprio genitore, anche quando è evidente che ha bisogno di assistenza.

Cosa fare quindi quando l’anziano rifiuta la badante?

Scopriamolo insieme in questo 28° capitolo del Manuale per Famiglie Badante Zero Pensieri.

 

Evitare che sia troppo tardi

Tutti auspichiamo di avere una vita longeva e tutti prima o poi invecchiamo, eppure l’invecchiamento della persona è visto nella nostra società come un elemento di stigma, qualcosa da allontanare dai pensieri.

E’ come se non si volesse accettare che noi stessi, o un nostro caro, stiamo via via perdendo le nostre forze, la nostra salute o la nostra capacità di essere autonomi in tutti gli aspetti della vita quotidiana.

Questo porta nel momento del bisogno spesso a essere impreparati alle conseguenze, specie quando la salute viene meno e la persona che sta invecchiando ha bisogno di assistenza.

Ed è qui che si scatena il conflitto, perché si arriva a richiedere aiuto spesso quando è molto tardi, senza che l’anziano sia stato preparato ad essere assistito in primis, e in seconda battuta che questa assistenza sia data da una persona diversa dai familiari.

Ecco quindi i consigli che noi family coach di FamKare vogliamo darti.

 

1. La necessità di un lavoro preventivo

Il primo passo per evitare che l’anziano nel momento del bisogno sia oppositivo nei confronti dell’assistenza, e quindi rifiuti la badante, è fare un percorso di avvicinamento. 

Innanzitutto prenditi il tempo di osservare il tuo genitore, o familiare anziano, nelle piccole azioni quotidiane, con franchezza e maggiore oggettività possibile. 

Vuoi sapere cosa controllare? Ecco alcune attività che ti vogliamo suggerire: 

  1. riesce a muoversi in sicurezza in casa e all’esterno?
  2. mantiene un igiene personale e degli ambienti di vita adeguati? Oppure è sempre vestito allo stesso modo? Fa fatica a fare un bagno o la doccia?
  3. è autonomo nel fare la spesa e le piccole commissioni fuori casa? O la difficoltà di deambulazione lo sta portando a chiudersi in casa?
  4. guida in sicurezza per sé e gli altri? Hai provato a salire in auto con lei/lui per verificare come guida?
  5. nel frigorifero c’è cibo a sufficienza? Oppure è troppo o troppo poco? Ci sono alimenti vari, sani e con una data di scadenza sufficientemente lunga per evitare che mangi cibi avariati?
  6. i farmaci li prende regolarmente negli orari corretti? Riesce ad avere una scorta adatta alle sue esigenze? I farmaci finiscono troppo presto o rimangono per più tempo del dovuto?
  7. I soldi vengono gestiti correttamente? Ci sono ammanchi strani sul conto corrente? E’ ancora in grado di gestire in autonomia le sue finanze?
(continua a leggere)

Se vuoi abbiamo preparato un questionario con 30 domande di questo tipo che abbiamo chiamato Anziano Sicuro. 

Rispondi alle domande cliccando sul link https://www.anzianosicuro.it/

Farlo ti aiuterà ad avere una maggiore consapevolezza della condizione del tuo anziano.

(continua a leggere)

E’ importante affrontare tempestivamente questi aspetti, per prendere in tempo le situazioni critiche arrivando preparati al momento in cui non sarà più in grado di provvedere in autonomia a sé stesso.

Solo se si osservano anche i piccoli cambiamenti si ha il tempo di iniziare a parlare con serenità con il proprio anziano di come sta vivendo l’invecchiamento, con tanta pazienza, ascolto e voglia di costruire una soluzione insieme, che tenga conto dei bisogni di tutti.

 

  1. Definisci il tuo ruolo di figlio caregiver

Il secondo suggerimento è una diretta conseguenza del primo: ogni figlio ad un certo punto della vita dei propri genitori deve invertire il ruolo.

Si passa da coloro che hanno ricevuto cura a coloro che la danno, diventando di fatto i caregiver dei propri genitori.

Questo passaggio è fondamentale per la sicurezza dei propri genitori, ed è altrettanto fondamentale che venga vissuto in modo consapevole e non subito per via delle circostanze.

La differenza tra viverlo con cosapevolezza, decidendo quali sono i propri confini e il proprio ruolo, e quello di subirlo, determina se vivrai i prossimi anni in modo sereno oppure soccombendo alle circostanze.

Decidi quando è il momento di prenderti cura del tuo genitore, osservalo, ascoltalo, parlaci, e al tempo stesso decidi come e per quanto tempo puoi, vuoi dedicarti a loro.

Fai un elenco delle attività che loro hanno bisogno, decidi, magari con gli altri familiari, chi fa che cosa. Tenete per voi le attività dal più alto valore relazionale.

Non passare il poco tempo che hai a correre a fare la spesa, pulire casa, fare la fila dal medico, senza magari riuscire a sederti un po’ a parlare serenamente con loro. Per esempio decidi che le ore che puoi dedicare in una settimana a tua mamma o tuo papà siano di valore, dove puoi portare avanti con loro una relazione di senso.

BONUS: evita di diventare indispensabile, annullandoti completamente con il rischio di mandare in crisi la famiglia che ti sei costruito, innescando conflitti insanabili con il tuo partner o i tuoi figli, rischiando persino di perdere il lavoro o peggio la salute, nel turbinio senza fine di corse per cercare di tenere insieme i pezzi.

Sii disponibile, ma non a disposizione! 

 

  1. Crea un progetto di assistenza e condividilo

Una volta che hai osservato i tuoi genitori, che hai capito come vuoi vivere il tuo ruolo di caregiver, definisci come vuoi che i genitori siano accompagnati serenamente nel loro invecchiamento.

Stabilisci un obiettivo chiaro e adoperati per raggiungerlo, senza se e senza ma… c’è in gioco la sicurezza del tuo familiare anziano e la serenità di tutta la famiglia!

Non pensare di arrivare all’ultimo momento, in cui vedi la la badante è indispensabile, aspettandoti che loro la accettino di buon grado.

Molte persone anziane si aspettano che a curarli siano i loro figli, hanno paura dell’estraneo, hanno magari delle convinzioni limitanti.

Inizia a parlare con loro tempo prima, con delicatezza, gradualità e empatia…. e armati di pazienza! Tanta! 

Ricorda sempre qual è l’obiettivo che vuoi raggiungere.

Magari all’inizio si chiuderanno in sé stessi e non accetteranno di parlare di badanti, assistenza, ecc. Per questo bisogna prendersi il tempo necessario.

Altro aspetto importante: metti in ordine le tue priorità e comunicagliele. Spiega loro il perché delle tue preoccupazioni, delle tue scelte come caregiver, del perché non puoi sempre essere da loro, del perché sei preoccupato, del perché vorresti aiutarli e in che modo.

Condividi per tempo questi aspetti anche per far sì che ci sia un budget da destinare all’assistenza, per poter pagare lo stipendio a una persona che vi supporti.

 

Siamo consapevoli che è difficile, ecco perché abbiamo ideato la figura del Family Coach, un professionista in grado di accompagnare le famiglie anche in queste fasi così delicate come l’inserimento di una badante.

Se pensi di non farcela da solo, vieni a scoprire come puoi inserire e gestire la badante in tutta tranquillità con FamKare e il metodo BadanteZeroPensieri.
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