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Aumenti stipendio badante 2023? Ecco come gestirli al meglio.

In queste settimane è uscita la notizia che, con l’adeguamento all’inflazione degli stipendi delle badanti, le famiglie rischiano di spendere il 10% in più, con un aumento stimato annuale di circa € 2.000.

A questo proposito siamo stati intervistati nel programma Problem Solving, condotto da Lapo De Carlo, a Giornale Radio.

Ecco di seguito il testo integrale dell’intervista.

[Aggiornamento: clicca qui per leggere il NUOVO l’articolo con tutte le tabelle con i nuovi stipendi e i nuovi costi] 

Sempre più famiglie in Italia utilizzano badanti e l’aumento può essere un problema

Lapo De Carlo: “Passiamo ad un altro argomento che è legato ad una vicenda che riguarda sempre più famiglie, e che nei prossimi 10- 20 anni si allargherà in modo esponenziale a un po’ a tutte le famiglie italiane. Stiamo parlando, evidentemente, del tema del colf e badanti. Un tema che…. dei colf o dei badanti non sono molto femminile, ci mancherebbe anzi… però il concetto è che è un argomento che è nato soprattutto negli ultimi 20 anni e che riguarda le famiglie che magari hanno un parente che, evidentemente, non è più in grado di sostenersi, di poter auto sostenersi e ha bisogno di un aiuto. La famiglia ha quindi bisogno di qualcuno che possa stare vicino. 
Una volta le famiglie erano molto più grandi, magari c’era una sorta di cuscinetto che attutiva la gestione di quello che era un parente, non per forza qualcuno che poteva essere il più anziano. Ma decisamente è un tema che molto ampio e che riguarda situazioni anche delicate, per questo sono nate figure come quelle che rappresenta Chiara Bianconi, che è il nostro ospite oggi.
Chiara Bianconi bentrovata a Giornale Radio”.


Chiara Bianconi: “Buongiorno Lapo. Buongiorno a tutti gli ascoltatori e grazie per lo spazio”.


Lapo De Carlo: “Eccoci… allora Chiara Bianconi ha fondato FamKare e diciamo è una Family coach che è un termine che assolutamente adatto e pertinente a quello che poi è la tematica che stiamo affrontando. Prima di tutto però partiamo da un presupposto, perché recentemente il governo in qualche modo… è arrivata questo aumento…. questo aggiornamento per gli stipendi di colf e badanti. Parliamo di una cifra che si aggira intorno ai 2.000 euro in più all’anno. Che è una cifra enorme per chi già fa fatica. E quindi dal primo gennaio c’è un rischio di stangata per le famiglie datrici di lavoro domestico con gli aggiornamenti della retribuzioni in base evidentemente all’inflazione. 
Il governo sarebbe pensando a un intervento per compensare il caro-stipendi, questa è la prima notizia che volevo darvi, perché è uscita l’altro ieri.
Ecco Chiara 
qui si parla di una situazione che comunque può diventare pericolosa per chi non ce la fa, ma intanto è fondamentale per per molte famiglie”.


Il 60% del lavoro nero dice che la famiglie sono in difficoltà già da anni

Chiara Bianconi: “Beh sicuramente è un periodo dove tutto sta aumentando, e aumenta per tutte le famiglie: famiglie che sono bisognose di assistenza, e famiglie che hanno lavoratori che fanno assistenza a domicilio, no?
Quindi partiamo da un 
presupposto un po’ più lontano: in Italia oltre 60%, in questo momento, del personale domestico è in nero. Quindi al netto della stangata che ci si aspetta all’inizio dell’anno, con l’ennesimo momento contrattuale, che è dovuto perché poi tutti quelli che lavorano nel momento in cui aumenta l’inflazione si aspettano un aumento del proprio salario… ma a tutti gli effetti questo 60% di nero… dove stiamo parlando della principale industria in Italia, nel senso che se noi mettessimo insieme tutti i lavoratori, come se fossero all’interno di un’unica azienda o comunque di un unico comparto, sarebbe il più numeroso in Italia, perché in questo momento si stimano che siano circa 2 milioni e mezzo le badanti delle colf attive in Italia.
Potete immaginare che 
un 60%,  quindi due su tre in nero, dice già della difficoltà delle famiglie da anni a gestire economicamente e contrattualmente questo tipo di figura.
Quindi sicuramente il fatto che si parli di aumento contrattuale, peraltro ci sono già stati in due tranche dal 2020 ad oggi, la dice lunga sul fatto che è un tema che è molto sopito, che le famiglie stanno cercando da anni di assorbire in autonomia, ma dove la famiglia non può più fare da sola. 
I lavoratori, inoltre, 
oggettivamente non sono tra i più pagati a livello lavorativo e quindi il rischio, se non si interviene in modo strutturale, è che si scateni un po’ una guerra tra poveri, se mi passi il termine, nel senso che non si parla necessariamente di povertà assoluta, anche se in alcuni casi sì, ma si tratta proprio di un settore molto complesso, che spesso è stato abbandonato. Dove le famiglie spesso sono state abbandonate a se stesse”. 


Lapo De Carlo: “Sì abbiamo detto che la complessità, e soprattutto anche lo spavento. Io so di molte famiglie che vivono la preoccupazione di una gestione di un genitore, o di un nonno anche qualora naturalmente rimangano solo solo i nipoti, di qualcuno che ha bisogno, perché normalmente diciamo che l’80 forse, anche di più percentualmente, ma tu ne hai contezza molto più di quanto ne abbia io, è diciamo è una gestione che spaventa proprio perché le cifre sono molto alte. Ma è proprio la gestione in sé. Tanto più che spesso si prende il badante, che sia in nero o che sia, visto che hai citato il fatto che molti italiani chiaramente utilizzano questa pratica, invece che utilizzarlo attraverso una società come la tua. 
La questione è che comunque bisogna trovare un badante e mezzo, cioè magari uno per il weekend e uno veramente per la settimana e già questo è un altro aspetto che spaventa. Ecco ti volevo chiedere: supponiamo che da oggi… dalla prossima settimana una famiglia, o qualcuno che in questo momento è all’ascolto, qui a Giornale Radio effettivamente sappia… si renda conto che abbia anche bisogno di avere un badante, ecco quali sono le soluzioni che che voi date come FamKare? Quali sono le i primi consigli che date normalmente?”


E’ importante aiutare la famiglie a diventare consapevoli, ecco perché il Family Coach

Chiara Bianconi: “Noi come FamKare, appunto, siamo un’agenzia che si occupa di selezionare e poi assumere il personale per per conto delle famiglie, proprio per superare queste criticità.
Noi innanzitutto siamo un’Agenzia per il Lavoro autorizzata dal Ministero, quindi questo già è molto differenziante rispetto un po’ alla giungla che c’è in questo settore, anche dal punto di vista delle agenzie e non solo per quel che riguarda l’assunzione diretta.
soprattutto noi ci avvaliamo, come hai detto tu nell’introduzione… anch’io personalmente sono una Family coach. Infatti ci avvaliamo appunto di questo tipo di personale, che formiamo noi, proprio perché il nostro primo obiettivo è che la famiglia acquisisca una consapevolezza rispetto a quello che sta andando incontro. Se una famiglia si trova ad aver bisogno di una badante bisogna trovare qualcuno dall’altra parte che l’aiuti ad organizzare un po’ le idee, a capire a cosa sto andando incontro, sia da un punto di vista del restare all’interno le regole contrattuali, che sono la cosa più tutelante per tutte le parti in gioco, dalla persona da assistere in primis, che è la cosa più importante, a tutto il nucleo familiare e poi di conseguenza anche al lavoratore.
Quindi è importante affidarsi a persone che conoscono molto bene la materia, perché la famiglia non può essere improvvisamente dall’oggi al domani…. la dinamica classica è: si aggrava la persona, con magari una dimissione all’ospedale, e tu devi praticamente diventare in due giorni un consulente del lavoro. Sostanzialmente per come sono oggi le cose si deve essere esperti di contratto e sapere quali sono gli orari di lavoro, i riposi, quanto va pagato, quanto sono i contributi, ecc. 
Diventa 
una materia veramente, veramente complessa.
Ecco perché noi che lavoriamo 
in questo settore ormai da dieci anni, ci abbiamo ottenuto a sviluppare questo metodo del Family coach, proprio perché prima di tutto, a prescindere che poi la famiglia decida di acquistare o meno il servizio da noi, è importante che acquisiscono consapevolezza.
Ecco 
perché per esempio sul nostro sito il blog è molto carico di informazioni per le famiglie. Noi vogliamo prima di tutto aiutare a creare una cultura proprio perché è un fenomeno che riguarda milioni di famiglie, e le proiezioni da qui a 7/8 anni e che l’aumento sia di un ulteriore milione e mezzo di badanti assunte. Quindi stiamo parlando veramente di qualcosa di molto, molto grande per cui per noi è fondamentale che la famiglia sia consapevole e sia accompagnata nello svolgere correttamente il ruolo di datore di lavoro di un assistente. Quindi da che persona scegliere, a che tipo di progetto portare avanti anche in termini di sostenibilità economica, cosa offre il territorio perché spesso molte famiglie non sanno che magari, rivolgendosi all’assistente sociale del Comune si possono ottenere determinati fondi, oltre a quello che magari è l’invalidità dell’Inps. Comunque sono non sono mai grandissimi fondi, ma sono sicuramente un aiuto importante per la famiglia.
E su questo apro una piccola parentesi: spero che si intervenga a livello pubblico anche in maniera un po’ più strutturale, sul modello dell’assegno unico familiare delle famiglie, proprio perché ogni anno è impensabile che una famiglia debba partecipare a un bando, con il dubbio se poi la badante la puoi pagare con l’aiuto del Comune oppure no di anno in anno.
Quando poi stiamo 
parlando comunque di un investimento per una badante convivente o comunque di qualunque tipo di badante.
Quando si assume si deve ragionare da azienda sostanzialmente, cioè si deve tenere conto di quanto costa un dipendente a un’azienda, per cui non è solo lo stipendio che si dà la badante: ci sono i contributi, la tredicesima, il TFR, ecc.
E quindi la famiglia che mediamente si assume una badante convivente deve mettere in conto di spendere dai 18 ai 20.000€ all’anno”.


Lapo De Carlo: Perdonami ti interrompo perché è qui che voleva intervenire, anche perché adesso sentivo l’intervento dell’onorevole Durigon il quale dice: “Accanto al diritto sacrosanto di chi lavora di vedere aumentata la busta paga, bisogna difendere anche le famiglie non possiamo voltarci dall’altra parte” e ha annunciato un intervento, cioè lui ha detto: “Come già abbiamo fatto per calmierare l’effetto energia sulle bollette, trovando un punto di equilibrio, si potrebbe pensare un fondo ad hoc da inserire già in finanziaria, destinato non solo compensare in qualche modo l’effetto del caro stipendio, ma anche di dare una risposta al lavoro nero”. 
Questa 
dichiarazione che è arrivata due giorni fa, la trovi corretta? E soprattutto è possibile o è diciamo necessario fare qualcosa di più strutturato al di là di una di un qualcosa che magari può essere contingente e temporaneo transitorio”


C’è necessità di risposte strutturali da parte dello Stato

Chiara Bianconi: “Allora sull’emergenza va bene, cioè nel senso siamo un po’ sempre abituati all’emergenza. Mi viene in mente l’emergenza freddo dei senzatetto a gennaio, come se ogni anno non arrivasse l’inverno. Siamo in un paese che è destinato a invecchiare. La curva demografica è chiara e lampante, in questo periodo storico stanno invecchiando i baby boomer che, come dice il termine stesso, è una fetta consistente della popolazione.
Non 
c’è un ricambio generazionale altrettanto significativo, sia interno nel senso che le nascite è da anni che sono sotto lo zero in Italia, non ci sono regole chiare sui flussi migratori che comunque genererebbero anche un ricambio banalmente di posti di lavoro che poi sono le persone che possono pagare le tasse per dare servizi alle persone che poi stanno invecchiando. 
E abbiamo un panorama da qui a vent’anni che praticamente saremo … dico saremo perché ci sono dentro anch’io… un’ultra 65enne ogni ogni tre persone per cui capite bene che l’ospedale non potrà più essere la risposta, la casa di riposo non potrà più essere su una risposta. E’ chiaro che da qui a 10 anni è fondamentale trovare una soluzione strutturale.


Lapo de Carlo: “Mi parlavi fuori onda dell’homemworking è corretto?”


Fondamentale introdurre una nuova mentalità centrata sulla prevenzione

Chiara Bianconi: “Allora  è un tema talmente complesso che ne potrei parlarne per giorni, ma per dovere di sintesi, la questione vera è che, da un lato sicuramente l’ente pubblico, chiamiamolo Stato, ma poi lo stato alla fine siamo anche noi, è necessario che trovi una risposta strutturale organica per evitare l’impatto sociale che avrà l’invecchiamento massivo della popolazione. Uno di questi appunto è dare delle strutture stabili per cui va bene rispondere all’emergenza, ma dall’anno prossimo cosa succede? Perché comunque l’andamento demografico è quello. E’ chiaro quindi per esempio, come è stato fatto per i minori l’assegno unico, secondo me, potrebbe essere una buona soluzione anche per gli anziani. Dall’altra parte ci sono anche le famiglie, che è importante anche un cambio di mentalità, per cui da un certo punto di vista sicuramente si andrà incontro a nuove nuove esperienze come il co-housing, per esempio. Quindi persone che possono condividere un’abitazione e al tempo stesso compatibilizzare poi i costi dell’assistenza, e non più la RSA che sta diventando sempre più sanitaria, ma anche delle strutture private dove due-tre persone con patologie simili o comunque persone che invecchiano e si mettono insieme e magari si condividono una persona per l’assistenza.
Dall’altra parte sicuramente c’è anche da cominciare ad avere una logica di prevenzione, tutti invecchiamo, tutti speriamo quanto meno di invecchiare, e di invecchiare bene. Ed è una vecchiaia va preparata affinché sia sicura: ci sono tutta una serie di strumenti, anche privati adesso, ci sono le mutue sanitarie piuttosto che le assicurazioni che hanno questo strumento che si chiama long care come. Sostanzialmente pagando una quota annuale, nel momento in cui interviene l’invalidità, sostanzialmente l’assicurazione può pagare anche interamente il costo della badante.
Capiamo bene che con famiglie sempre più frammentate, parlo personalmente io sono divorziata e ho una figlia sola, nel momento in cui io e il papà di mia figlia dovessimo invecchiare, mia figlia avrebbe due badanti in due case diverse da gestire molto probabilmente, e come è pensabile che lei possa contribuire a sostenere la spesa assistenziale di entrambi i propri genitori, no?”


Lapo De Carlo: “Quindi suggerimento qual è?”


Chiara Bianconi: “Il suggerimento è quello di cominciare a pensare a quanto e a come vogliamo essere sereni quando saremo anziani, prima anche noi, perché è comunque una cosa sul lungo termine.
Una cosa che noi suggeriamo sempre da family coach è quello di proprio programmare l’invecchiamento dei propri cari e, siccome non è un tema facile, non è un tema emotivamente facile da gestire, soprattutto in famiglia, è importante prendersi del tempo per cominciare a osservare come sta evolvendo la vita del nostro familiare anziano. Ad esempio cominciare a intuire i bisogni, cominciare a lavorare anche in una logica per creare poi un budget per questo tipo di attività, perché appunto l’ente pubblico potrà fare tante cose, ma non sarà in grado di dare una risposta complessiva al bisogno delle famiglie, che è sempre crescente.
È importante che 
poi ciascuno si prepari il suo gruzzoletto o con risparmi propri, oppure attraverso strumenti di assicurazioni”.


Lapo De Carlo: Improvvisamente non ti si sente bene, so bene se dipende dal fatto che eri in movimento e quindi ti sentivamo male però il concetto è arrivato forte e chiaro. Chiara siamo quasi in chiusura, Allora devo ricordare naturalmente voi siete una realtà che è a Lecco giusto?”


Chiara Bianconi: Allora la nostra sede è a Lecco, ma operiamo in tutta la Lombardia, a Roma e in Veneto. Siamo in espansione territoriale per cui basta visitare poi il nostro sito che è www.famkare.it, ed è possibile vedere bene dove siamo, e per raccogliere anche tutte le informazioni che diamo alle famiglie”.


Lapo De Carlo: Perfetto allora io ringrazio Chiara Bianconi che è appunto titolare di FamKare, che è stata con noi e che mi sa che più avanti richiameremo ancora perché il tema è piuttosto ampio dibattuto e merita poi tutta la nostra attenzione, quindi Grazie Chiara Bianconi e buon lavoro intanto e a presto”,

 

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