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Come gestire correttamente la rendicontazione delle ore lavorate dalla badante

Esattamente come la maggior parte dei dipendenti delle aziende alla fine del mese consegna le proprie presenze del mese, anche per la badante è importante gestire correttamente la rendicontazione delle ore lavorate.

Molte famiglie cadono nell’errore di gestire la badante in modo informale, con rendicontazioni pressoché orali a chi gestisce loro la busta paga. Ma è qui che si insinuano le vertenze sindacali!

Ecco quindi alcuni passi fondamentali da fare per evitare qualunque criticità nella gestione dell’orario di lavoro.

 

1. Concorda orario di lavoro e riposi in modo chiaro fin dall’inizio 

A premessa è importante ricordare che il Contratto Colf e Badanti regola in modo piuttosto dettagliato la gestione delle ore lavorate e dei riposi della badante.

Per fare un breve riepilogo:

a. Badante convivente: 

  • 36 ore di riposo settimanali, che possono essere divise anche in due parti da 12 e 24 ore ciascuna,
  • 2 ore di riposo a metà della giornata lavorativa nel pomeriggio,
  • 11 ore di riposo notturno
  • fino a 10 ore di lavoro al giorno

b. Badante diurna a ore:

  • 24 ore di riposo settimanale,
  • 11 ore di riposo giornaliero,
  • massimo 8 ore di lavoro al giorno,
  • riposo a metà giornata per il pranzo, 

c. Badante notturna:

  • orario di lavoro standard dalle 21 alle 07 del mattino per la semplice attesa notturna

E’ importante avere chiaro fin dall’inizio come si sviluppa l’orario di lavoro quotidiano con i relativi riposi della badante, concordandolo fin dall’inizio durante colloquio conoscitivo.

Concorda anche come gestire lo straordinario: quando va fatto, come verrà chiesto, ecc.

Evita le gestioni “un tanto al chilo”, il non detto oltre a essere fonte di rivendicazioni sindacali, è la prima fonte di conflitto con la badante.


2. Predisponi un modulo dove rendicontare le ore lavorate

Prepara un modulo da utilizzare tutti i mesi in cui segnare le ore lavorate giorno per giorno, i riposi, gli eventuali straordinari.

Accertati innanzitutto che nel modulo siano indicati:

  • nome e cognome del lavoratore
  • nome e cognome del datore di lavoro
  • mese e anno a cui ci si riferisce
  • data e luogo di compilazione 
  • spazio per la firma del lavoratore e del datore di lavoro o familiare referente.

Ogni mese, prima del termine del periodo, prenditi un po’ di tempo con la badante e concorda bene le ore lavorate, revisionate le ore insieme. Una volta che siete d’accordo entrambi apponete la firma e consegnatelo a chi vi gestisce la busta paga.

Di seguito ti riporto un modello di rendicontazione ore che puoi utilizzare.

(continua a leggere dopo…)

 Importante:

  • segna tutti i giorni sia in numero che giorno della settimana, così che sia chiaro a cosa ci si riferisce,
  • indica le ore di lavoro con il numero totale delle ore lavorate e abbi cura di fare la somma,
  • segna le ore delle eventuali assenze nell’apposita colonna (malattia, infortunio, permesso, ferie, permesso non retribuito, assenza ingiustificata, …),
  • segna eventuali straordinari in una apposita colonna.

3. Gestisci in modo chiaro gli straordinari

Come detto prima è importante che gli straordinari vengano concordati fin dall’inizio, specie nella modalità di richiesta.

In particolare questo è fondamentale per la corretta gestione dei riposi, in particolare le due pomeridiane e la notte.

Le maggiori criticità si nascondono nel lavoro convivente, dove abbiamo visto prima che la badante ha due ore di riposo tutti i giorni nel pomeriggio e 11 ore di riposo notturno da contratto. Tutte le prestazioni richieste in questi momenti sono da considerare come lavoro straordinario e quindi hai due strade: allungare il riposo quotidiano, per far recuperare le ore di lavoro extra, o riconoscere lo straordinario in busta paga.

Mi voglio soffermare un attimo sulla corretta gestione di questi riposi, perché è qui che si insinuano le maggiori criticità.

  • Corretta gestione del riposo pomeridiano

Può capitare che la badante trascorra il suo riposo in casa con l’assistito. In queste due ore la badante NON lavora. Punto. 

Richieste come: “Puoi fare i riposo in casa così dai un’occhiata?” o “Già che sei in casa se ti chiama vai a vedere cos’ha”, sono fonte di grossi problemi!

Ci si può trovare con richieste di straordinario inaspettate.

Il riposo è riposo, la badante può chiudersi in camera, passare due ore al telefono o come meglio crede, e non interessarsi minimamente di cosa accade in casa. Questo non fa di lei una badante meno brava. Non mi stancherà mai di dirlo: la badante è un lavoratore e come tale va gestito.

  • Corretta gestione e rendicontazione del riposo notturno

Un tema simile è quello del riposo notturno. Vige infatti la cattiva convinzione che la badante convivente, già che dorme lì, può alzarsi tutte le volte che l’anziano chiama di notte. 

La domanda vera è: quanti di noi lavorerebbero senza sosta di giorno e di notte? 

Come possiamo immaginare che la qualità dell’assistenza che ci aspettiamo sia garantita senza un adeguato riposo?

Se l’anziano si alza di notte e la badante si alza quello va considerato lavoro straordinario notturno, che può essere compensato con un riposo più lungo o lo straordinario in busta paga. Se l’anziano si sveglia spesso (più di 1 o 2 volte a notte), va pensato di inserire comunque una figura a supporto per la notte, perché né il riposo allungato, né lo straordinario, possono compensare la stanchezza che si viene ad accumulare… e poi la badante scappa!

E’ importante inserire lo straordinario nel foglio presenze e quindi in busta paga, in questo modo eviti qualunque contestazione, tutto è chiaro e non ci si può insinuare con litigi o peggio vertenze sindacali.

 

Come avrai visto da questo capitolo del nostro manuale, così come da quelli precedenti, fare il datore di lavoro della badante è un lavoro.

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