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People care e welfare aziendale: intervista a Erika Benedetti di Bureau Veritas

Welfare aziendale e people care in azienda. 

Oggi vi raccontiamo il progetto promosso da Bureau Veritas con il supporto di FamKare.

Nell’intervista condotta da Renato Bertola, titolare di FamKare, a Erika Benedetti, responsabile di BV for Family, vi raccontiamo dell’esperienza e degli esiti sui partecipanti.

Innanzitutto presentiamo Bureau Veritas: azienda multinazionale leader nel mercato della certification, quindi fondamentalmente lavora in tutti quei servizi legati alle ispezioni di conformità e alla certificazione a 360 gradi: sia su processi, sistemi di gestione, prodotti con anche competenze in diverse aree di business. Opera quindi in un business molto diversificato. In Italia sono circa 900 dipendenti con 19 siedi andiamo da quella più nord che è a Torino, fino a quella più a Sud in Sicilia, coprendo quindi tutto il territorio italiano.

 

 

Che cos’è il progetto BV for Family?

“E’ un progetto a cui teniamo molto. Nasce dopo l’insorgere della pandemia – ci racconta Erika Benedetti – dove ci siamo interrogati su come poter supportare i nostri dipendenti in termini di benessere, soprattutto come supportare le famiglie, in quanto questi anni sono stati fortemente impattati. Al seguito di questa riflessione è nato il progetto BV for Family che ha l’obiettivo di dare alle famiglie strumenti per vivere meglio la propria esperienza al di fuori della vita lavorativa.

Abbiamo visto come, con lo smart working, l’ufficio è entrato prepotentemente in casa. Abbiamo abbiamo voluto entrare a supportare i dipendenti però da una porta differente, dando loro proprio degli strumenti. Abbiamo quindi organizzato dei webinar per i genitori, su come supportare i figli in questo momento così delicato e in base anche alla fascia d’età, dai più piccoli per i bambini che vanno a scuola, per gli adolescenti e anche per i figli dei dipendenti che hanno bisogno di supporto per l’ingresso sul mondo del lavoro.

Abbiamo anche deciso di lavorare su un target di persone che magari hanno genitori anziani, o comunque che si apprestano a vivere comunque l’esperienza dei genitori che stanno invecchiando, ecco quindi che il vostro intervento si è inserito all’interno di questa ultima di questa ultima”

 

In cosa è consistito l’intervento di FamKare?

Chiara Bianconi, l’altra titolare di FamKare, nonché Family Coach, ha tenuto un webinar per i dipendenti di BV con un intervento appunto sulle strategie che ognuno di noi deve mettere in atto, quando si trova ad avere un anziano non autosufficiente in famiglia. Che è sempre un passaggio abbastanza difficile, traumatico per cui abbiamo dato le strategie per superare il senso di isolamento che inevitabilmente il caregiver familiare si trova a dover fronteggiare. Caregiver che già in difficoltà sul piano organizzativo sia proprio che del proprio caro anziano. Programmare la non autosufficienza significa anche programmare il piano finanziario necessario. L’assistenza domiciliare costa dei soldi per cui è un vero e proprio investimento.

Infine sul piano sul piano dello stress: sentirsi da soli è proprio l’ultima cosa che deve dare un caregiver. E’ importante chiedere aiuto: è la vera chiave di volta per migliorare sia la propria condizione.

Tanti familiari di fronte a un anziano che ho bisogno di cure inizia a sentirsi isolato, ma la sua condizione è condivisa da tante altre persone.

FamKare ti può dare una mano a superare in questo senso di isolamento sia sul piano del coaching familiare, sia dei servizi che sono per il BadanteZeroPensieri o il Domestici PRO.

 

 

Qual è stato l’elemento più utile per i partecipanti al webinar?

 

“Ho vissuto questo intervento proprio da partecipante, non solo come organizzatrice – continua Erika Benedetti -. Quello che mi sono porta a casa è l’idea di sviluppare un pensiero preventivo, quindi riuscire a gestire queste situazioni con una certa progettualità, con gradualità e per non arrivare all’emergenza, con la difficoltà a gestirla. Questo è un tema sicuramente su cui ho trovato comunque molto molto interessante e mi ha fatto riflettere. Nel senso che è effettivamente così.

Avere un progetto, come diceva Chiara, invece ben delineato precedentemente, sapendo quali sono gli step, mi permette di sapere cosa poter fare, che è importante non solo rispetto al dato concreto e operativo delle cose da fare, ma anche dal punto di vista psicologico, perché comunque il passaggio dall’essere figli a colui che dà la cura. Quindi lavorare in quel modo preventivo e anticipando, può aiutare chiunque.

 

Credo che sia molto importante quello che ha riportano un partecipante. Abbiamo dato spazio ovviamente a confronto e domande. Un partecipante anche ha detto: “Porto la mia esperienza di due genitori anziani, di circa 80 anni, sono in salute. Quand’è che devo iniziare a preoccupare e dovrò iniziare a lavorare su questi aspetti?”.

Giustamente la risposta è stata: “Sei già in ritardo”.

 

E’ importante iniziare a lavorare in anticipo per essere pronti poi a gestire un eventuale emergenza. 

 

L’importanza di una figura professionale che ti aiuta come il Family Coach

L’altra cosa che mi è piaciuta – riporta Erika Benedetti – che sicuramente hanno apprezzato molto anche i partecipanti è la scoperta di una professionalità, come quella dei Family Coach, che comunque ti possono supportare nel momento del bisogno, perché quello che accennavo poco prima era fatto il fatto del non sentirsi soli e perché talvolta la sensazione è proprio quella di trovarsi comunque una situazione davvero difficile da gestire. Ecco perché è importate che ci siano delle persone che ti possono sopportare.

Sicuramente questo credo che sia fondamentale!”

 

Ascolta tutta l’intervista nel video qui sotto.

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